Le intense passioni del Capitano Tic (Les Vivacités du capitaine Tic)

Il presente articolo è tratto dal quotidiano Le Moniteur Universel, 21 marzo 1861. L’autore è Théophile Gautier. La traduzione è mia.

Les vivacités du Capitaine TicLe intense passioni del Capitano Tic, di Eugène Labiche e Édouard Martin, hanno ottenuto un successo coronato da risate spontanee. Il canovaccio della pièce è forse un po’ debole, ma l’arguta facezia dei dettagli lo rende un divertimento estremamente gradevole.

Il capitano Tic, che ha fatto le guerre d’Africa, di Crimea, d’Italia e di Cina, una volta rientrato dal paese dei magots e delle porcellane inizia a provare delle velleità matrimoniali. Simili idee gli sono ispirate dalla vista di una graziosa cugina che egli aveva lasciato, ancora bambina, prima della sua ultima campagna militare e che ora è diventata una giovane donna. Al capitano dispiacerebbe molto che lei sposasse, come sembra essere stato concordato, un tale Signor Maugis, figuro abbastanza losco che non piace poi tanto a Lucile (questo il nome della giovane), così, si mette in fila e, con gran dispiacere del Signor Désambois, viene nominato tutore della ragazza.

Il Signor Désambois protegge Maugis, che appartiene alla sua stessa risma, e nutre profonda avversione per il capitano Tic. Bisogna dire che il capitano, cuore d’oro e testa calda, s’infervora facilmente e si abbandona a intense passioni più facili da accettare all’interno di una pantomima che nel bel mondo. La sua gamba destra tende a sollevarsi con deplorevole disinvoltura. Il braccio è là per rispondere alle impertinenze della gamba. Désambois stesso si trova a sperimentare la cosa dopo una scena in cui, scatenando sapientemente la collera del capitano con allusioni ai cacciatori di dote, ai bevitori di assenzio e ai gradassi, viene preso per il colletto da Tic, rivoltato come un guanto e spedito nel bel mezzo di una contraddanza. Il volto di Désambois, che per definizione del politico Talleyrand è stato un eccellente diplomatico, non tradisce alcuna emozione, ma sotto il panciotto nero l’uomo serba profondo rancore nei confronti del capitano e così lo calunnia agli occhi di Lucile e della madre di lei dicendogli che Tic non ha affatto rinunciato alle sue abitudini da guarnigione cosmopolita. Qualcuno lo ha visto uscire, di buon’ora, accompagnato dal suo servo che reggeva due sciabole sottobraccio: di sicuro si trattava di qualche duello per qualche amante infedele.

Les vivacités du Capitaine TicIn effetti, Tic si è battuto, ma con il suo stesso servo. Quest’ultimo ha commesso un errore durante il servizio e così la terribile gamba destra del capitano, abbandonando la posizione perpendicolare per quella orizzontale, ha malauguratamente incontrato il fondo schiena dell’anziano prode. Tic, pentendosi del suo fervore, ha lealmente offerto al soldato, commosso fino alle lacrime, di “lavare l’onta”, come direbbero gli spagnoli: uno sfregio e una goccia di sangue. La querelle non ha dunque nulla a che vedere con qualche amante infedele, ma tanto basta perché Lucile, mossa dalla gelosia, accetti un bouquet dal Signor Maugis, che ha trovato il modo di rendere i fiori tetri e stupidi. Il capitano Tic vede il bouquet, lo strappa dalle mani di Lucile e lo butta dalla finestra. Désambois trionfa e si sfrega le mani: niente più matrimonio, qualsiasi forma di unione è impossibile con un simile filibustiere. Tic sta per lasciare la dimora della zia per trasferirsi in albergo e il suo servo, passando a prendere i bagagli, racconta il duello con il padrone. Le cose si sistemano: Maugis viene di nuovo allontanato; Désambois, però, affatto disposto a dichiararsi sconfitto, stila un contratto di matrimonio prendendo nei confronti dello sposo delle precauzioni così ingiuriose da indurre la gamba del capitano ad agitarsi nervosamente in modo inquietante. Per fortuna, Tic ha promesso a Lucile di calmarsi non appena sente il suono di un campanello atto a richiamarlo all’ordine. Il capitano si calma e si mette a fare bamboline di carta con impareggiabile sangue freddo, a quel punto è Lucile a infervorarsi e Tic è costretto a suonare a sua volta il campanello. I futuri sposi non hanno nulla da rimproverarsi e, malgrado le loro intense passioni, formeranno una bella coppia.

Félix interpreta bene il ruolo di Horace Tic, e si fa amare, nonostante gli scatti d’ira, per la franchezza, la cordialità e il buonumore. Il ruolo di Lucile, invece, è coperto da una debuttante molto graziosa e intelligente. Un buon acquisto per il Teatro del Vaudeville.

Qui è possibile vedere un estratto della pièce:

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